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Bassorilievo della città di Trento. WINKLER, Othmar.

  • Bassorilievo della città di Trento.
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WINKLER, Othmar.
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  • CODICE PRODOTTO: 64163

  • Autore:
    WINKLER, Othmar.
  • Titolo:
    Bassorilievo della città di Trento.
  • Casa Editrice:
  • Anno:
    1973.
  • Stato di Conservazione:
    Buono, ordinari segni d'uso e del tempo.
  • Descrizione fisica:
    Bronzo di mm 180x95, firmato in basso a destra.
  • Note:
    Othmar Winkler nacque a Brunico il 25 aprile 1907. Nel 1926 si iscrisse alla scuola professionale per apprendisti di Ortisei in Val Gardena e, conclusi gli studi, si trasferì ad Acqui presso lo scultore gardenese Emil Demetz. Notato da Mussolini nel 1931 in seguito alla visita di una sua mostra al Circolo della Stampa di Roma, realizzò un ritratto del duce e, successivamente, i busti di Ciano, Teruzzi, De Bono, De Vecchi, Bottai, Marinetti e persino Goebbels, per cui si spostò fino a Berlino. Da scultore di regime di alto livello, nel 1937 abbandonò le camicie nere e fuggì braccato dalla polizia. A Oslo frequentò il pittore Edvard Munch e divenne antifascista, orientamento che si rinforzò l'anno dopo quando, a Berlino, fu testimone degli orrori perpetrati dai nazisti contro gli ebrei durante la Notte dei Cristalli. Nel dopoguerra, il suo estro ribelle si diresse contro la classe dirigente ("i politici di oggi mi sembrano peggio di quegli altri, che se non altro avevano una corrusca grandezza", disse), soprattutto in chiave anticlericale: raffigurò un cardinale in sella a un maiale, con la falce e martello sulla stola; quando le suore di Maria Bambina gli commissionarono una Via Crucis, lui le ripagò con i grattacieli e la locomotiva del Progresso che schiacciavano il Cristo, mentre la spada dell'Anticristo era coperta da un ramoscello d'ulivo; in un bronzetto raffigurò il "critico d'arte" col sedere piatto e la testa a forma di sciacquone mentre scrive vuote parole nell'aria, a rappresentare il reciproco disamore fra sé e la critica. Dalla vita burrascosa e solitaria appare chiaro che Winkler non cercò mai di guadagnare consensi. La sua ultima provocazione è del '95: invitato a una collettiva della Provincia di Trento, inviò un "Enigma di Pinocchio" con appeso al naso del burattino un barattolo di feci personali per contestare la "degenerazione dell'arte"; l'opera gli venne respinta perché la "merda d'artista" aveva già avuto, nel 1961, il noto precedente di Piero Manzoni. Allegorie bizzarre, se vogliamo contorte, indubbiamente eccentriche come il suo modo di essere ribelle e solitario, di volta in volta fascista e antifascista, anarchico e comunista, blasfemo e credente. Morì a Trento il 22 agosto 1999.



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