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Figura. WINKLER, Othmar.

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WINKLER, Othmar.
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  • CODICE PRODOTTO: 72947

  • Autore:
    WINKLER, Othmar.
  • Titolo:
    Figura.
  • Casa Editrice:
  • Anno:
    1972.
  • Stato di Conservazione:
    Buono, ordinari segni d'uso e del tempo.
  • Descrizione fisica:
    China di cm 19,5x27.
  • Note:
    E' morto a 92 anni l' artista che immortalò Mussolini e Goebbels. Ma dal '37 fu un antifascista in rivolta contro ogni potere Winkler, lo scultore di regime che divenne re della provocazione In un bronzetto aveva raffigurato il "critico d' arte" col sedere piatto e la testa a forma di sciacquone mentre scrive vuote parole nell' aria. L' opera illustra con eloquenza il reciproco disamore fra la critica e Othmar Winkler, lo scultore altoatesino morto l' altro ieri notte all' ospedale Santa Chiara di Trento all' eta' di novantadue anni. Dalla vita burrascosa e solitaria appare chiaro che Winkler non ha fatto molto per guadagnare consensi. La sua ultima provocazione e' del ' 95. Invitato a una collettiva della Provincia di Trento, mando' un "Enigma di Pinocchio" con appeso al naso del burattino un barattolo di feci personali per contestare la "degenerazione dell' arte"; l' opera gli venne respinta perche' la "merda d' artista" aveva gia' avuto, nel 1961, il noto precedente di Piero Manzoni. Eppure ci fu un periodo, sette anni su novantadue, in cui Winkler fu lo scultore piu' "ufficiale" che si possa immaginare: nel 1931, dopo aver visitato una sua mostra al Circolo della Stampa di Roma, Mussolini volle posare per lui (due ore al giorno per due settimane). Come d' abitudine, l' esempio del duce fu immediatamente seguito dai gerarchi: e Winkler scolpi' i busti di Ciano, Teruzzi, De Bono, De Vecchi, Bottai, Marinetti e persino di Goebbels che ando' a ritrarre fino a Berlino. Scultore di regime, dunque, e al piu' alto livello. Ma un bel giorno, nel 1937, addio camicie nere. Il trentenne Othmar butto' in strada i busti in gesso dei gerarchi, fuori dal suo studio romano di via XX Settembre, e prese il treno braccato dalla polizia. Fini' a Oslo, dove frequento' il pittore Edvard Munch e divenne antifascista, convinzione che si rinforzo' l' anno dopo quando, a Berlino, fu testimone degli orrori perpetrati dai nazisti contro gli ebrei nella "notte dei cristalli". Nel dopoguerra, il suo estro ribelle si diresse contro la classe dirigente ("i politici di oggi mi sembrano peggio di quegli altri, che se non altro avevano una corrusca grandezza" disse), in chiave soprattutto anticlericale, come quando raffiguro' un cardinale in sella a un maiale, con la falce e martello sulla stola; oppure come quando le suore di Maria Bambina gli ordinarono una "Via crucis" e lui le ripago' con i grattacieli e la locomotiva del Progresso che schiacciavano il Cristo, mentre la spada dell' Anticristo era coperta da un ramoscello d' ulivo. Allegorie bizzarre, se vogliamo contorte, indubbiamente eccentriche come il suo modo di essere ribelle e solitario, di volta in volta fascista e antifascista, anarchico e comunista, blasfemo e credente; che nel bene e nel male racchiude i tormenti di un secolo lungo quanto la sua vita. Cesare Medail. Firmato in basso a destra.



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