Il nuovo salmista italiano. VICINI, Giambattista.
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- CODICE PRODOTTO: 64716
- Autore: 
 VICINI, Giambattista.
- Titolo: 
 Il nuovo salmista italiano.
- Version poetica de' salmi che sono più in uso ne' divini offizj. Umilmente dedicato all'Altezza Serenissima di Francesco terzo duca di Modana ec. ec. ec. dall'autore Giovambattista Vicini.
- Casa Editrice: 
 Appresso Montalant, Parigi.
- Anno: 
 MDCCLIX [1759].
- Stato di Conservazione: 
 Buono, ordinari segni d'uso e del tempo.
- Descrizione fisica: 
 XXIV, 240 p., 20 cm, mezza pelle coeva con fregi e titoli oro, tassello in pelle al dorso coi titoli.
- Note: 
 Giovanni Battista Vicini nell'elenco degli Accademici Fluttuanti di Finale Emilia è descritto come Professore di Poesia Italiana nel Collegio de' Nobili di San Carlo di Modena. Nell'Accademia dei Dissonanti di Modena, dove era aggregato, si legge che 'Nato a Finale nel 1709 e morto a Modena nel 1782. Abate, appartenente all'Arcadia, poeta primario di Corte e storico di Correggio. Alcuni suoi scritti in versi sono ricordati dal Tiraboschi. Appartenne alla Colonia Erculea dell'Arcadia con il nome di Filidoro Meonidese'. Un tranquillo professore, parrebbe. Salvo che un testimone d'eccezione, Carlo Goldoni, assiste ad una scena molto particolare, attraverso la quale e per quanto poi si leggerà in L.A.Muratori, Vicini appare una personalità molto diversa." "In mezzo a una grande folla vidi un patibolo alto cinque piedi, sul quale stava un uomo a testa scoperta e con le mani legate: era un abate, che conoscevo, letterato assai illuminato, celebre poeta, conosciutissimo e stimatissimo in Italia: era l'abate G.B.V. Un prete teneva in mano un libro; un altro interrogava il paziente, il quale rispondeva con alterigia; gli spettatori battevano le mani e lo incoraggiavano; i rimproveri aumentavano, l'uomo oltraggiato fremeva. Non potei resistere oltre; me ne andai pensoso, scosso, stordito; immediatamente fui assalito dai miei vapori; rincasai, mi chiusi in camera, immerso in tristissime riflessioni, umiliantissime per l'umanità. "Gran Dio!' dicevo tra me, a che cosa non siamo esposti in questa breve vita che siamo costretti a trascinare? Ecco un uomo accusato d'aver tenuto discorsi scandalosi a una donna che era andata a confessarsi. Ma chi l'avrà denunciato? E' stata la donna medesima. Cielo! Non è dunque punizione sufficiente essere disgraziati?" (Carlo Goldoni,Memorie , Rizzoli BUR 1993, pag.106). Nel libro dei Processi del tribunale dell'inquisizione di Giuseppe Trenti, si legge che Giovanni Battista Vicini è stato processato per proposizioni ereticali negli anni 1747, 1760, 1776, 1778. Ludovico Antonio Muratori , ed è probabile che si stia riferendo alla scena vista da Goldoni, scrisse al cardinal Fortunato Tamburini a Roma il 20.10.1747 "Intenderà vostra Eminenza quanto è avvenuto del Vicini, detenuto qui dal Santo Uffizio. Mi ha fatto orrore l'ultima sua pazzia, per cui il veggo perduto. Gli ho fatto più prediche: poco ne ha approfittato. Finalmente avrebbe col tempo potuto sperare indulgenza: ha rovinato tutto. Noi perderemo uno dei nostri migliori ingegni in belle lettere'. OPERA RARISSIMA IN PREGEVOLE LEGATURA COEVA.
