Lettere italiane: Anno LXIII - Numero 2 - 2011. OSSOLA, Carlo - DELCORNO, Carlo.
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 Lettere italiane: Anno LXIII - Numero 2 - 2011.
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- Autore: 
 OSSOLA, Carlo - DELCORNO, Carlo.
- Titolo: 
 Lettere italiane: Anno LXIII - Numero 2 - 2011.
- Casa Editrice: 
 Olschki, Firenze.
- Anno: 
 2011.
- Stato di Conservazione: 
 Ottimo.
- Descrizione fisica: 
 Da p. 177 a p. 343, 24 cm, bross.
- Note: 
 CONTIENE: Autore/i articolo: CARLO OSSOLA Titolo articolo: Dante, poeta d’Italia In incipit al fascicolo presente “Dante, poeta d’Italia”, in cui Carlo Ossola pone le premesse al numero monografico dedicato a Dante, quale profeta dell’unificazione nazionale, per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Il Poeta fu per molti secoli mal compreso dagli stessi critici, non ultimo il De Sanctis, tranne ad essere successivamente innalzato sulle più alte cime dai grandi autori europei del Novecento, quali Pound, Eliot, Mandel’stam, Primo Levi. Autore/i articolo: CARLO DELCORNO Titolo articolo: Dare ordine al male (“Inferno” XI) Nel primo vero e proprio articolo intitolato “Dare ordine al male (Inferno XI)”, Carlo Delcorno sottolinea come il canto non sia soltanto una dettagliata descrizione dello spazio infernale, nel quale penetrano Dante e Virgilio, con il Poeta che deve assuefare i propri sensi, già grandemente turbati, alle impressioni visive, uditive ed olfattive del luogo oltremondano, ma altresì un universo ricco di uno straordinario simbolismo, che richiama numerosi altri testi ed autori, sia antichi, sia medievali, sia per quel che concerne l’orribile puzzo che esala, sia per quel che riguarda la sua natura “petrosa”. Il canto in realtà descrive dettagliatamente sia le pene che spettano ai violenti, sia la natura stessa dei medesimi, secondo lo stile della dissertazione filosofica. Autore/i articolo: ERMINIA ARDISSINO Titolo articolo: ‘Ciascuna cosa qual ell’è diventa’ (Pd XX, 78). Metamofosi e vita beata In “Ciascuna cosa qual ell’è diventa (Pd XX, 78). Metamorfosi e vita beata” Erminia Ardissino, dopo aver sottolineato i diversi riferimenti rinvenuti nella “Divina commedia” a proposito di Ovidio (altro poeta classico, dopo Virgilio, largamente presente nell’opera di Dante, che se ne serve costantemente per la potenza della sua simbologia, soprattutto per quel che concerne le “Metamorfosi”) rintraccia in specifico nel canto XX del “Paradiso” i miti ovidiani rimodellati in senso cristiano, quasi che la metamorfosi, ossia il divenire, il mutamento, siano costitutivi dell’anima tesa all’ultima luce. Rinnovando, sostiene la studiosa, il modello ovidiano, Dante dunque narra le trasformazioni interiori che egli stesso subisce, insieme con Beatrice e i beati, per attingere all’Empireo, che non è altro se non forma eterna e definitiva, per quanto perennemente mobile. Autore/i articolo: JEAN-PIERRE FERRINI Titolo articolo: Becket lecteur de Dante Nel successivo articolo “Becket lecteur de Dante” Jean-Pierre Ferrini ripercorre le tracce dell’opera dantesca in Samuel Becket, che lesse la “Divina commedia” per tutta la vita, come del resto tutti i grandi poeti del Novecento, da Ezra Pound a T.S. Eliot, da Joyce a Mandel’stam, da Borges agli italiani Ungaretti, Montale, Pasolini e Caproni. In particolare, segnala lo studioso, nelle grandi opere teatrali becketiane, note in Francia, quali “Aspettando Godot”, “Finale di partita” e “Oh, i bei giorni” si ritrova, quasi impercettibilmente ma decisamente, la presenza del Dante della “Commedia”, ma la si ritrova anche in quelle meno conosciute. Segnatamente, il personaggio di Belacqua, del canto IV del “Purgatorio”, è rinvenuto sia in “Aspettando Godot”, sia in una delle novelle di “Banda e sarabanda”, intitolata “Dante et le homard”, che ha per protagonista, e quasi alter ego dell’autore, proprio un certo Belacqua Shua, le lettere del cui nome e cognome sono le stesse di Becket medesimo. Autore/i articolo: LUCA LOMBARDO Titolo articolo: In margine all’edizione Carrai della “Vita Nova” Nelle “Note e rassegne” leggiamo “In margine all’edizione Carrai della ‘Vita nova’ “, in cui Luca Lombardo dà notizia della nuova revisione testuale dell’opera giovanile dantesca attuata da Stefano Carrai, che segue il suo precedente saggio su “Dante elegiaco. Una chiave di lettura per la ‘Vita nova’ “, uscito nel 2006, in cui si esercita la critica dello studioso sul libretto visto come autobiografia erotica, ma anche come testo veramente nuovo sotto molti punti di vista, anche per quel che concerne la struttura “tripartita” del testo, comprendente una parte lirica, una parte prosastica e una parte di auto-commento dell’autore, che rivolge a se medesimo l’esegesi che naturalmente si deve a un’opera. Autore/i articolo: FRANCESCO DE NICOLA Titolo articolo: Su Dante in Saba Muovendo dagli studi di Gabriella Di Paola Dollorenzo, Francesco De Nicola ritrova la presenza di Dante in alcune liriche di Umberto Saba, a partire dalla fin troppo nota “Amai”, considerata quasi il manifesto poetico dell’autore triestino, che richiama alcuni versi del canto dantesco di Francesca, come del resto numerose altre liriche dello stesso ricordano altri passi della “Divina Commedia”. D’altronde Saba dichiarò apertamente il primato di Dante nei confronti del Petrarca, quasi volesse ribadire il di lui valore come guida e richiamarsi così al proprio classicismo poetico anti-novecentesco. Autore/i articolo: GRETA CRISTOFARO Titolo articolo: ‘Avenues of feeling’: Il Dante umanista di Irma Brandeis In “Avenue of feelin’: il Dante umanista di Irma Brandeis” Greta Cristofaro, dopo aver rimarcato quanto poco la critica italiana ai suoi tempi abbia considerato come dantista la donna amata da Montale, fa notare che, al contrario, il poeta ne ha sottolineato la valenza quale studiosa della “Commedia”, a cui ha fatto seguito altresì l’esegesi americana, considerandola interprete originale, soprattutto in base al saggio della Brandeis su Dante edito nel 1960, assai distante dal pensiero crociano, che ancora dominava la scena critica italiana. Autore/i articolo: GIACOMO JORI Titolo articolo: ‘Franciscus vir catholicus’. Un inedito francescano di Natalino Sapegno In “Franciscus vir catholicus. Un inedito francescano di Natalino Sapegno” Giacomo Jori dà notizia del felice ritrovamento, tra le carte dell’esimio studioso, dell’inedito “Saggio sugli ideali e le forme del movimento francescano nelle sue origini”, composto nel 1926 in vista delle celebrazioni del centenario della nascita di San Francesco, che il regime fascista intendeva conclamare a uso politico e propagandistico, anche in vista dell’imminente Concordato con la Chiesa cattolica. Intento del Sapegno era però principalmente quello di sottolineare in Francesco l’empito di rinnovamento e di rinascita della Chiesa che lo animava, quasi “cattolico intransigente”, in contrasto con l’ “eretico” e dissidente Jacopone.
