Tabula Rasa: pannelli, oggetti e sculture: Paolo Vivian. BULART, Dora.
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 Tabula Rasa: pannelli, oggetti e sculture: Paolo Vivian.
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- CODICE PRODOTTO: 108293
- Autore: 
 BULART, Dora.
- Titolo: 
 Tabula Rasa: pannelli, oggetti e sculture: Paolo Vivian.
- Casa Editrice: 
 Galleria Contempo, Pergine Valsugana (TN).
- Anno: 
 2021.
- Stato di Conservazione: 
 Ottimo.
- Descrizione fisica: 
 45 p., 25 cm, bross.
- Note: 
 La mostra “Tabula Rasa” di Paolo Vivian, allestita negli spazi della galleria Contempo a Pergine Valsugana (via T. Maier 48/a) è una sorta di “effemeride” sulla valenza dei modelli di libertà e delle norme sociali durante le straordinarie, assurde circostanze causate dalla pandemia negli ultimi due anni. La mostra è testimonianza di un travaglio nella ricerca dell’identità, dove il vuoto non e più allegoria, ma prende e stabilisce la propria forma visibile e il proprio potere sublime. Nel progetto di Vivian la metafora filosofica di tabula rasa è paragonabile ad uno stato d'animo personale e ad una realtà collettiva durante i tempi incerti. “Nelle mie opere cerco di materializzare delle intuizioni, delle emozioni, attraverso segni o simboli che esprimono dei concetti. Credo che la memoria collettiva sia il timbro di ciò che ci unisce e vorrei stimolare questo pensiero. Il concetto di “Tabula Rasa” è legato con libertà e identità. Esprime la forma del vuoto e la voglia di riempire di desiderio e di memoria futura, la speranza e la fede in un domani possibile.”, spiega l'artista. “Le trenta opere esposte – pannelli ed oggetti, ibride fra scultura e pittura - colorate o acromatiche, coperte da reti metalliche sono i simboli della limitazione e dell'oblio. Le composizioni astratte, informali, geometriche, semiotiche, dettagliate attraverso l'uso degli oggetti quotidiani, degli specchi e delle ombre, dei resti di una passata agiatezza. La “Tabula rasa” di Vivian è come una istantanea-flash del cromosoma di una realtà zero nell’alveare umano, dove solo la memoria e la speranza sono fertili. La “Tabula Rasa” di Vivian non cancella, non giudica, non istruisce, non spaventa e non controlla, anzi offre, nella maniera provocatoria, ironica, aprendo lo spazio a una trascendenza e consapevolezza nel tentativo di dare forma e sostanza ad un vuoto e di definire il nostro fragile “domani” costruendolo sulla base dell'umanesimo e della libertà” (dal testo critico di Dora Bulart, nel catalogo della mostra). Catalogo con testo in italiano e inglese.
